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Strategie di comunicazione vincenti per le agenzie di sicurezza privata

Alcuni settori propinano una comunicazione scarsamente attraente e poco efficace per i risultati. Se determinate marche hanno tantissimi clienti fedeli mentre altre provocano nel consumatore più o meno indifferenza, si deve al fatto che le prime sono riuscite a connettersi emozionalmente con i clienti.

30 ago 2012 Le ultime dal mondo della Sicurezza - Tempo di lettura: min.

sicurezza
Il settore della sicurezza attualmente basa le sua strategia di comunicazione sul fattore prezzo e sul fattore

Alcuni settori propinano una comunicazione scarsamente attraente, poco convincente e, di conseguenza, poco efficace per quanto riguarda i risultati. Uno di questi è il settore della sicurezza per la casa e le aziende.

In un periodo in cui abbondano le incertezze dovute alla situazione economica, con una concorrenza aggressiva e consumatori sempre più oculati e razionali, il settore menzionato- salvo in poche eccezioni- continua a basare il suo messaggio e la sua politica di comunicazione sul fattore prezzo, a volte appoggiati dal concetto “insicurezza= paura”.

Questo approccio è stato valido fino a quando la domanda si basava esclusivamente sulla “sicurezza”. Oggi, di fronte agli scenari sopra citati, le agenzie di sicurezza privata che cercano di avere successo con la loro strategia di comunicazione (dando per scontato la qualità dei prodotti e la professionalità dei servizi), devono fare un passo avanti, visto che si tratta di un mercato maturo ma con ancora tante nicchie potenziali da conquistare.

C’è qualcosa di più elementare ma allo stesso tempo tanto intangibile come la tranquillità, in questo caso sinonimo di felicità?  Riuscire ad associare con successo l’immagine di una marca/ impresa di sicurezza a qualcosa tanto etereo come la tranquillità, è senza dubbio un merito che non si può negare.

Senza andare troppo lontano, molte imprese impiegano in una maniera o nell’altra questo tipo di marketing. Apple per esempio, non dice mai che lo schermo dell’iPad ha 3,1 milioni di pixel ma che le immagini sono più reali che mai. Non ci parla delle caratteristiche tecniche del suo nuovo iPhone, ma dice che è il migliore telefono per comunicare con la nostra famiglia, con gli amici e con il lavoro.

Il fatto che determinate marche abbiano tantissimi clienti fedeli (Apple, Google, Sony) mentre altre nonostante i loro vantaggi provochino nel consumatore più o meno indifferenza (Asus, Acer) si deve al fatto che le prime sono riuscite a connettersi emozionalmente con i clienti, trasformandoli non solo in consumatori ma anche in fan e difensori della marca.

Un consumatore fedele alla nostra marca o al nostro negozio (che difficile!) deve essere un obiettivo del nostro piano di marketing, e per riuscirci, un approccio necessario oggigiorno è l’uso del marketing emozionale come strumento per incidere sulle motivazioni d’acquisto.

Come possiamo trasformare i nostri clienti, non solo in clienti soddisfatti ma anche in ambasciatori della nostra marca? Non c’è una ricetta magica per far ciò però, almeno, possiamo porci alcune questioni basilari: quale emozione vogliamo trasmettere? Come e dove la trasmettiamo? Come associamo questa emozione (catalizzatrice di benefici) a questa marca identificandola con la stessa?

Sicuramente non possiamo rimanere tranquilli “con il timore che…”, perché se non facciamo un passo aventi lo faranno gli altri, occupando la nostra quota di mercato. Lo potremo evitare solo investendo in una strategia di comunicazione efficace.

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